Sintesi delle principali disposizioni in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro e di sostegno al reddito e alle famiglie per l’anno 2023.
Ammortizzatori sociali 2023: Con la circolare n. 4 del 16 gennaio 2023, l’Inps ha riepilogato le principali misure destinate a produrre effetti nel corso del 2023 in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro e di sostegno al reddito e alle famiglie.
Ammortizzatori sociali 2023 | Trattamenti di sostegno al reddito
Nella prima parte del documento, l’Istituto si concentra sui trattamenti di sostegno al reddito in favore dei lavoratori dipendenti di imprese che operano in aree di crisi industriale complessa e dei lavoratori dipendenti di call center.
Viene poi descritto come operano le proroghe del trattamento straordinario di integrazione salariale per le aziende che abbiano cessato o stiano cessando l’attività produttiva, ai fini della gestione degli esuberi di personale, e del trattamento di sostegno al reddito per quei lavoratori sospesi o impiegati a orario ridotto, dipendenti di aziende sequestrate o confiscate, sottoposte ad amministrazione giudiziaria.
Per poi ricordare misure e requisiti per accedere nel 2023 agli interventi straordinari di integrazione salariale a seguito di accordi di transizione occupazionale e di processi di riorganizzazione aziendale, nonché situazioni di particolare difficoltà economica.
Decreti istitutivi dei Fondi di solidarietà bilaterali
Con riferimento al Milleproroghe, l’Istituto segnala la proroga dal 1° gennaio al 30 giugno 2023 del termine di adeguamento dei decreti istitutivi dei Fondi di solidarietà bilaterali.
Come si legge nel documento, in caso di mancato adeguamento i datori di lavoro dei relativi settori confluiranno, a partire dal 1° luglio 2023, nel Fondo di integrazione salariale (FIS).
Ma non solo ammortizzatori sociali.
Ammortizzatori sociali 2023 | Congedo parentale
Nell’ultimo paragrafo della circolare, L’Inps illustra le novità in materia di congedo parentale introdotte dalla legge di Bilancio: l’aumento dal 30% all’80% della retribuzione dell’indennità di congedo parentale per la durata massima di un mese di congedo e fino al sesto anno di vita del bambino.
La nuova misura può essere fruita in alternativa tra i genitori lavoratori dipendenti che terminano il periodo di congedo di maternità o paternità successivamente al 31 dicembre 2022.