I lavoratori metalmeccanici in Germania sono riusciti ad ottenere la settimana di 28 ore lavorative su base volontaria e anche in altri Paesi europei si sta cercando di sperimentare la riduzione dell’orario di lavoro per capire l’effetto che fa. Ma in Italia la questione è ferma, nonostante nel nostro paese sia stato introdotto e stia prendendo piede lo smart-working e le nuove generazioni siano poco disposte a rinunciare al work-life balance, l’equilibrio tra lavoro e la propria vita privata. L’argomento “riduzione dell’orario di lavoro” piace a molti lavoratori italiani e sono numerosi a pronunciarsi favorevolmente al riguardo.
Negli ultimi vent’anni si è registrata una graduale riduzione dell’orario di lavoro che non si è ancora arrestata. Dalla Germania, in cui nel 1995 le ore medie di lavoro annuo erano 1.528, nel 2015 sono diminuite a 1.371. In Spagna si è passati dalle 1.755 alle 1.691 ore ed in Francia dalle 1.605 alle 1.482.
Anche in Italia c’è stata una riduzione : si è passati dalle 1.856 ore medie per lavoratore all’anno nel 1995, alle 1.725 dopo 10 anni; alla fine sono sempre 354 ore in più rispetto alla Germania e 243 rispetto alla Francia.
L’orario di lavoro in Italia è regolamentato dal D.Lgs. n. 66 del 2003 – aggiornato con le modifiche della Legge n. 9 del 2014 – e che ha recepito le direttive della Comunità Europea, in relazione all’organizzazione dell’orario di lavoro; anche la contrattazione collettiva ricopre un importante ruolo. L’orario normale di lavoro è fissato in 40 ore settimanali, distribuito su cinque o sei giornate anche se molti contratti possono prevedere le 36 ore. Inoltre, la durata media dell’orario di lavoro non può in ogni caso superare, per ogni periodo di sette giorni, le 48 ore, comprese le ore di lavoro straordinario.
In Germania, con la stipula di un contratto collettivo, è stata così prevista la possibilità riconosciuta ai dipendenti che si devono prendere cura di un bambino o di un parente malato, di richiedere la riduzione dell’orario di lavoro settimanale da 35 a 28 ore per un periodo di tempo compreso tra i 6 mesi e i 2 anni. Verrà poi riconosciuto un bonus in tempo – pari a 8 giorni di ferie dall’anno 2019 – a chi farà la richiesta di riduzione di orario di lavoro, anziché avere un conguaglio dello stipendio.
Tiziana Biasion
Responsabile dello Studio Rossi, Consulente del Lavoro ed Amministratrice del personale di aziende italiane dislocate in Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e di multinazionali con headquarters nel Far East.